La prima volta che ho visitato Sassari, da livornese, ho subito riconosciuto qualcosa di familiare. Quel certo non so che della città di mare: ma Sassari non è sul mare. E’ vicina, al mare. Ha i vicoli stretti del centro storico su case umide e a volte fatiscenti, come Genova, ha i palazzi di tufo con gli androni umidi, ha le chiese antiche e la luce chiara, come Livorno. Ma la certezza della fratellanza con la mia città l’ho avuta quando ho saputo che anche voi fate la fainè! Meraviglia del creato. Chi l’ha portata, a noi e voi? I genovesi, forse. Ma che importa. E’ favolosa. E ormai è nostra. Noi la chiamiamo torta, la mangiamo anche nel pane, il cosiddetto cinque e cinque – che sembra una bomba di pesantezza immangiabile, ma fidatevi, è una favola – e, volendo, abbiniamo le melanzane sottolio con taaanto aglio. Capito quanto? Taaanto. Da prendere solo se dopo si è certi di non dover fare vita sociale… Anche sedersi in platea accanto ad altre persone a teatro o al cinema può essere molto rischioso. Per gli altri. Che ci bevete Voi con la fainè sarciccia e cippolla? Noi con il cinque e cinque – cinque lire di torta e cinque lire di pane, ormai più d’un secolo fa- beviamo volentieri la spuma bionda: sì, è una bevanda un po’ anni Settanta, ma a Livorno per fortuna si trova ancora, anche nei bar. La torta, fino ad una trentina di anni fa, veniva servita anche in un ulteriore abbinamento che io, ahimè, non ho fatto in tempo a conoscere: con gli zerri fritti e sotto il pesto. (Gli zerri sono piccoli pesci da poco, ma ben saporiti). (Matilde, non provare a spiegare a un sassarese cosa sono gli zerri, Ndr). I tortai, poi, sono luoghi mitici… scambio di battute, sfottò, aria da Il Vernacoliere, siparietti: un tortaio su tutti. Il più buono. GAGARIN, al Mercato. Aperto da… sempre. “Azienda” a conduzione familiare – battuta pronta e salace per ognuno che entra. Si chiacchiera, si ride e si mangia la torta di ceci segnalata da Slow Food, Gambero Rosso e mille altri almanacchi gourmet. Allora, quando venite a Livorno dai vostri fratelli di fainè?
Matilde Vittoria Laricchia