Pomeriggio assolato a New York, la stessa cosa a Sassari mi dice Luca mentre dialoghiamo al telefono.
Io sulla settantottesima, lui in Viale Italia.
“Fletch, ti richiamo! Ho trovato delle cose vicino a un cassonetto!”.
Ancora con la tua mania di raccogliere cianfrusaglie, provo a dire mentre riattacca.
Ci risentiamo un’ora dopo. Accogliaciociò – dicono a Sassari.
-Ma che hai trovato?
-Non puoi capire! Tubi!
-Tubi di che genere?
-Tubi di progetti! Qualcuno ha buttato vicino a un cassonetto i progetti di Montresori!!!
-Chi?
-Pietro Montresori! Qui è un’istituzione, ha progettato mezza città e oltre.
Ho chiesto a Luca che tipo fosse Montresori.
“Amato e odiato – mi ha risposto – come tutti quelli che fanno”.
Rifletto. Mi chiedo chi aveva questi progetti in custodia. La famiglia? Un amico? Una banca?
Rifletto. Mi chiedo chi ha trovato questi progetti. La famiglia? Un amico? Una banca?
Rifletto. Mi domando chi ha deciso di buttarli. Spero che prima siano stati attentamente scansionati, digitalizzati e archiviati.
Non ho risposte. Non ho parole. Non ho opinioni in merito.
Solo domande. Una su tutte.
Luca! – gli urlo al telefono – Ma sono in mezzo all’immondizia?
No! – mi dice lui – sono fuori! Sono colorati, c’è il sole ti dissi, hanno una certa dignità, bellezza, fascino oltre il tempo.
-E che vuoi farne?
-Ora me li porto a casa!
E lo immagino, con decine di tubi colorati sotto il braccio, che attraversa una città che non si rende conto.
Luca mi tranquillizza. Il progetto della parrocchia di San Paolo verrà regalato a Don Luciano. Perché lo custodisca. Meglio del tesoro di Pietro Montresori. Una volta in uno studio di progettazione, riempito di sogni, di idee, di futuro. Oggi abbandonato a fianco a un cassonetto, senza neanche il diritto al riciclo.
Sassaresi impiccababbu, comincio a capire.
Fletch