Sassari è divisa in due. Da una parte chi evidenzia tutto ciò che non va, usando brutalmente facebook. Dall’altra chi subisce queste lamentele, diviso tra confermare che effettivamente c’è un buco di fronte al suo portone o che effettivamente i disoccupati sono un fatto tangibile o effettivamente bla bla bla.
A volte sembra essere latitante solo quella parte di cittadini che vede il buono nella propria città, e sarebbe pronta a difenderla sino alla morte; sempre si tratti di un fatto sportivo, sia chiaro.
Solo questo può essere il motivo delle tante assenze alle GIORNATE DELLA TRASPARENZA organizzate dal Comune di Sassari, dove il portone perennemente spalancato era pronto ad accogliere tanti cittadini scontenti. Ma abbiamo registrato, invece, tanta partecipazione di cittadini attivi, tanti tavoli tecnici dove fare domande e ottenere risposte, troppi i cittadini bravi a lamentarsi che neanche si son degnati di essere presenti per fischiare il Sindaco.
Naturalmente il giorno dopo erano i primi a postare su facebook insulti e teorie balzane sulle modifiche alla viabilità, la primavera che miete vittime, il traffico congestionato.
Molto più facile aver pazienza e nascondersi tra la folla del 14 agosto per urlare parolacce; invece stare in luce certamente fa paura a molti, fare domande è difficile, specie quando non si hanno domande da fare, niente da dire, solo brutte parole decontestualizzate.
Un esempio su tutti: l’assessore alle Mobilità, Antonio Piu, (presenti alcune associazioni cittadine in Sala Giunta), ha evidenziato alcune criticità da risolvere e illustrato, metro per metro, la struttura della nuova pista ciclabile.
Ha illustrato come, con una modifica, non si perderanno 64 stalli di sosta in Viale Dante ma solo 8.
Ha giurato che NEANCHE UN ALBERO verrà spostato dalla sua sede o tagliato.
Ha spiegato come, i materiali già utilizzati per aiuole, giardini e panchine di Viale Dante, non verranno conferiti a discarica, ma utilizzati per gli arredi di nuovi spazi verdi.
C’è una città che respira. E dialoga. Ma ce n’è pure un’altra – nella migliore delle tradizioni turritane – che non è mai contenta e che non ha voglia di ascoltare. Quando sarebbe un buon momento per tacere.
Luca Losito