Come convivere con il virus? Una domanda che ci siamo fatti ormai tante volte, alla quale è difficile dare una risposta. Cosa ne pensano i lettori? Guardando ai primi giorni di questa cosiddetta Fase 2 sembrerebbe che le giornate stiano trascorrendo nel rispetto delle regole. Ma va considerato che dovremo convivere con il virus per molto tempo ancora; almeno fino a quando, si spera, arriverà il vaccino, sarebbe opportuno prevedere da subito controlli più serrati, essere certi che le norme continuino a essere rispettate. Qualcuno ha infatti evidenziato in questi giorni alcuni pericolosi assembramenti sugli autobus cittadini, probabilmente agevolati da controlli non proprio assidui e sistematici.
A dire il vero, finora, i sassaresi hanno tutto sommato rispettato le norme, e i numeri delle persone sanzionate si sono attestati su basse percentuali. Ma in tutta Italia, ora che milioni di cittadini sono stati autorizzati ad uscire di casa, il pericolo del mancato rispetto delle regole si fa davvero concreto! Soprattutto se qualche cittadino ritiene di essere al di sopra della legge e spera di non essere intercettato dalle forze dell’ordine!
Certamente è comprensibile, plausibile e giustificabile immaginare che la Polizia Locale non possa essere presente dovunque; per poter organizzare maggiori controlli sono necessari più agenti. Il personale non sempre è adeguato, in percentuale alla popolazione, e per affronare l’emergenza si rischia di sottrarli dai servizi primari, quali ad esempio la viabilità.
Come fare dunque? Penso che si potrebbero invitare a svolgere servizio di vigilanza tutti coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza o che siano in attesa di lavoro. La legge n.26 del 28 marzo 2019, al punto 15 prevede, infatti, che i beneficiari del Rdc siano tenuti ad offrire, nell’ambito del Patto per il lavoro e del Patto per l’inclusione sociale la propria disponibilità per “la partecipazione a progetti a titolarità dei comuni, utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, da svolgere preso il comune di residenza, mettendo a disposizione un numero di ore compatibili con le altre attività del beneficiario e comunque non inferiore al numero di otto ore settimanali, aumentabili fino ad un numero massimo di sedici ore complessive settimanali con il consenso di entrambe le parti”.
Considerando quindi che una buona parte di coloro che percepiscono il Rdc sono in attesa di lavoro, sarebbe più che opportuno invitarli a svolgere alcune mansioni di vigilanza. Potrebbero essere, ad esempio, utilizzati nei parchi cittadini per controllare gli accessi contingentati, che i fruitori delle aree siano provvisti di mascherine e che rispettino la distanza di almeno un metro uno dall’altro. Inoltre potrebbero essere utilizzati efficacemente nelle fermate degli autobus cittadini, nelle stazioni, nelle file dei supermarket, nelle banche, e comunque davanti a uffici pubblici nei quali si prevedono assembramenti.
Su ogni autobus, con una pettorina gialla identificativa, potrebbero prestare la loro opera, (come già accade nella metro di Tokio, ad esempio), per accertarsi che ciascuno rispetti le prescrizioni di sicurezza. Il loro servizio, preceduto da giornate di istruzioni a cura anche della Polizia Locale, potrà essere effettuato con la dovuta gentilezza nei confronti dell’utenza e, in casi di particolare resistenza, dare loro la possibilità di chiedere l’intervento delle Forze dell’Ordine.
I Nonni Vigile del Comune di Sassari e altri volontari del Terzo Settore, che lo volessero fare, sarebbero altresì invitati a mettersi a disposizione, per contribuire a svolgere questo servizio di presenza e controllo dovunque fosse necessario. Si auspica che i Comuni approfittino di questa possibilità offerta dalla Legge, praticamente a costo zero, e che la possano mettere in pratica al più presto.
Giuseppe Losito