Ieri ho telefonato a Luca (il direttore Ndr), era un po’ che non ci sentivamo.
Mi piacerebbe tornare a Sassari, prima o poi, magari per la discesa dei candelieri. Ma per ora non sembra possibile. Questione di colori, mi riferiscono dalla regia. Ogni volta che ci sentiamo mi racconta cosa capita in Ziddai e io gli racconto quanta neve è scesa stamattina nell’Upper West Side. In genere mi riferisce di Berlusconi e a me sembra bellissimo, da un punto di vista mediatico, che lui ancora parli, ma soprattutto che le sue parole vengano riferite dalla stampa italiana.
Ma un fatto che ha destato la mia attenzione è quello del pranzo di Sardara. Tante persone si sono ritrovate per pranzare insieme. Andrebbe quasi tutto bene se quelle persone fossero tutti parenti distratti, mentre invece si tratta di individui legati da rapporti amministrativi a vario titolo, e che dovrebbero tutelare la nostra salute, garantire la nostra sicurezza e fare i conti per noi.
Come si fa ad avere per amministratori persone che non rispettano la legge?
Pare che questa gente sia responsabile di gravi violazioni legate all’emergenza Covid. La magistratura verificherà, non spetta a noi.
Naturalmente la barzelletta tutta italiana è data dal fatto che di quel pranzo nessuno ha pagato il conto. Ma questo è tutto da dimostrare, non credo che in Sardegna sia facile, è più probabile che qualcuno abbia offerto tutto, digestivi compresi, piuttosto. Nell’Isola funziona così, lo so bene.
Forse è stata la direzione della struttura a metterci una pietra sopra, sempre che abbia qualche interesse del quale ignoriamo gli interessi diretti e indiretti.
Tra indagati, annunciatari di dimissioni e gente scappata di casa (dalla finestra), qualcuno dimostra di aver ritrovato, in fondo a una tasca, una briciola di dignità: Pietrino Fois (già assessore regionale per i Riformatori sardi) e i vertici dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari: in particolare il direttore generale Giorgio Sorrentino e le responsabili amministrativa, Roberta Manutza, e quella sanitaria, Paola Racugno, che nei giorni scorsi erano stati sentiti dal pm Giangiacomo Pilia. Questi nomi dicono e chiedono scusa annunciando, proclamando, presentando (qualcuno addirittura formalizzando) le proprie rinunce all’incarico. Staremo a vedere.
Ma la direzione generale di una cosa avvenuta in Sardegna trova riscontro in un’altra distrazione, più locale, e che mi interessa di più. Ne avete già parlato tutti ma io la sorvolo a microfoni spenti, bocce ferme, sangue freddo.
In un locale di Sassari il proprietario canta gli 883 sul palco (e solo per questo gli avrei volentieri sputato – gusti personali), senza mascherina, poi capisce tutto e fa autocritica. I video sui social rimbalzano, producendo un effetto pubblicitario che nessuno di noi potrebbe permettersi di pagare. Ora tutti sanno che esiste. Il locale si chiama LE IENE e il suo imprenditore è il notissimo Daniele Deiana.
Dice Deiana, difendendosi: “Ho commesso una leggerezza… chiedo scusa e chiudo per un giorno”. No, consigliere Deiana, lei non ha commesso una leggerezza. Lei ha gravemente violato la legge, mettendo a repentaglio la vita di molte persone. Accettiamo le scuse, ma capirà che c’è dell’altro.
Qui da noi, ma un po’ dovunque, chi ha ereditato una coscienza, quando capita una cosa del genere si chiude in casa, non rilascia dichiarazioni e non si fa più vedere per un po’. In genere cambia mestiere, città, acconciatura, qualcuno addirittura identità. Stiamo esagerando, questo è un sito satirico del resto. Daniele Deiana in fondo, è una brava persona. Lo scrivo convintamente: penso abbia solo peccato di superficialità, di negligenza, non di premeditazione. Cantano tutti, canto anche io, siamo tesi, rilassiamoci, diamo un segnale di normalità. Questo è umano, questo siamo capaci di comprenderlo. Viva Deiana e viva la musica dal vivo! Ma…
Ma Daniele Deiana non è una persona comune, ricopre un importante incarico amministrativo nel secondo comune della Regione Autonoma della Sardegna. Tralasciando il fatto che uno che di cognome fa Deiana e si candida con la lega farebbe risorgere bronzetti e giganti dalle tombe millenarie per schiaffeggiarlo forte, e che ultimamente ha aderito alla parte più populista e facilona della politica nazionale, dovrebbe davvero fermarsi a riflettere. Non per autoassolversi, ma per essere severo nei confronti di sé stesso. Noi non lo saremo, invece. Noi abbracciamo l’uomo e il compagno di merende.
Perché il consigliere Deiana mente due volte. La prima perché dice che la situazione era occasionale, mentre decine di persone, non solo i suoi sudditi, confermano che questo tipo di iniziative nel suo locale erano comuni, lo conferma la procura. Poi, durante un video un po’ povero di contenuti e non perfettamente corretto da un punto di vista grammaticale, ammette che la Questura ha lodato la sua autodenuncia. Non è vero, il documento del Questore lo smentisce categorigamente.
Dice Deiana: non mi dimetto, nessuno me lo ha chiesto. Vero. In genere non c’è bisogno di richieste per atti che dimostrano di essere Uomini. E lei lo è certamente, Deiana: lo dimostri!
Non è vero, consigliere Deiana, non è vero che nessuno glielo ha chiesto. Nessuno glielo aveva chiesto. Ora glielo chiediamo noi, ora, pubblicamente: si dimetta. Avrà la nostra ed altrui stima. Si dimetta: ammetta che lei non può occuparsi della Res Publica. Può capitare a tutti, una leggerezza, come ha detto lei. Perdonabile, ma non ammissibile per chi proclama il rispetto delle leggi ed è laureato in giurisprudenza.
Ci sarà tempo per fare ammenda, una volta che tanta acqua sarà passata sotto il ponte di Rosello.
Risultati di questo atto: lei non potrà più dire che nessuno glielo ha chiesto. Potrà solo dire che chi glielo ha chiesto non rappresenta niente per lei. E questa è una scelta. Rispettabile.
Il nostro direttore ha promesso che se lo fa le offre da bere, non cambia la stima che ha per lei, ed è disposto a stringerle addirittura la mano. Se passo a Sassari per una prossima faradda, e se lei lo permetterà, le offrirò da bere anche io, più di una volta. Del resto potrà sempre farsi rieleggere alle prossime elezioni: l’Italia va verso quella Destra che lei incarna, che ha da temere?
Naturalmente attendiamo una risposta da lei, Deiana, alla quale darò spazio su queste pagine, sperando che nel frattempo lei riesca a dormire sogni tranquilli; oppure ipotizzando che, se ha ereditato una coscienza, abbia sogni un po’ disturbati che la inducano a scegliere per il meglio.
Cordialmente…
Fletch