Ritorno a fare quattro chiacchiere con i miei quattro lettori approfittando della piece teatrale proposta dalla compagnia Teatro Sassari riguardante Efisio Tola, un repubblicano Mazziniano, e suo fratello Pasquale, monarchico. Una commedia insolita, che riporta alla luce le vicende più importante della nostra città con la ricostruzione delle biografie di grandi personaggi, alcuni dei quali poco conosciuti.
Per Pasquale Tola (monarchico) un imponente monumento al centro della piazza intitolata a suo nome e, per Efisio Tola, solo una lapide in marmo “appesa” sul muro prospiciente la biblioteca comunale e sede della sua casa natale.
Eppure Efisio avrebbe avuto diritto di fregiarsi, più di Pasquale, di un ricordo, una stele molto più importante, più del monumento di Pasquale. Credo, perciò, che sia giunto il momento di dare più dignità a chi è stato ucciso per ordine di Carlo Alberto per aver propagandato la “Giovine Italia” di Giuseppe Mazzini. Ricordo brevemente la storia dell’Ufficiale sardo, mazziniano, patriota italiano, uno dei primi martiri del risorgimento e fucilato a Chambery nel maggio del 1833 dai Savoia perché repubblicano e diffusore fra i militari del Regno di Sardegna delle prime note della Giovine Italia. Spero che l’Associazione Mazziniana Sassari, in procinto di essere costituita in città, faccia richiesta all’Amministrazione Comunale di trovare una più consona collocazione per un proprio cittadino, sconosciuto alla maggior parte dei i sassaresi. Della piece di Cosimo Filigheddu e Mario Lubino “Perdona Efisio, Tuo fratello Pasquale“ che sarà rappresentata al Teatro Astra il 3 agosto non conosco i contenuti, andrò a vederla e saprò, me lo auguro, darvi ampio conto della originale rappresentazione. Mi farebbe piacere, in seguito, dialogare con qualcuno di voi sulla
bontà dell’inusuale raffigurazione.
Giuseppe Losito
Coordinatore Associazione Mazziniana Sassari
NDR: “La requisitoria più severa si appuntò sul tenente sardo Efisio Tola che negl’interrogatori respinse qualsiasi addebito, si rifiutò di fare qualsiasi rivelazione e, di fronte al plotone di esecuzione, si denudò sereno da solo il petto dicendo: “Voi versate un sangue innocente, ma io vi insegnerò come si debba e come si sappia morire. La crudeltà sotto nome di giustizia mi vuol morto e morrò: non sono né reo né ho complici: e se pure ne avessi né il nome sardo né il mio farei prezzo di tanta infamia e tanta viltà!”.
Consigliamo un approfondimento, un articolo di Manlio Brigaglia del 2010 su questa e altre vicende mazziniane, è sufficiente cliccare QUI
FOTO: Mazziniani: il secondo seduto da sinistra è Filippo Garavetti, più volte deputato (foto dell’archivio storico della Biblioteca del Comune di Sassari)