A pochi isolati da casa mia, nell’upper west side, c’è un vecchio teatro che ha sempre cercato di sopravvivere a se stesso.Tutti dicono che è un vecchio teatro di Broadway, ma è ben lontano dai fasti anche di teatri più piccoli che hanno davvero fatto la storia dello spettacolo a New York. La sua storia è romantica ma triste, alla morte del suo vecchio regista e proprietario si è scoperto che questi lo aveva donato alla città. Il sindaco ha speso più di venti milioni di dollari per restaurarlo, ci stanno sedute comode più di mille persone. Negli effetti è un teatro ormai di proprietà della città di New York, non solo sulla carta, e lo sentiamo come nostro, anche ora che è chiuso e abbandonato. Si è pensato di farne un museo, un centro commerciale, ovvio… addirittura c’era l’ipotesi di demolirlo.

La settimana scorsa è arrivato un consulente da Los Angeles per cercare di salvarlo. dopo che per circa tre anni abbiam tutti provato a raccogliere idee, progetti e fondi. Niente da fare. Ho pensato che questo consulente, che lavora come consigliere esterno della prima Università della California, avrebbe saputo come trovare fondi federali o statali per riuscire a compiere il miracolo. Ma niente di tutto ciò, lui ha detto subito che non era giunto in città per portare idee ma per raccoglierne. Poi ho saputo che il primo lavoro di questa stessa persona è non proprio quello di consulente, ma di alto dirigente. Dirigente della sua società, privata, che è specializzata nel prendere le idee degli altri e farle proprie. Per rabbia avrei voluto vendicarmi, mandare un nostro consulente da New York e rubare loro la sceneggiatura del prossimo film da Oscar. E girarlo qui, nella grande mela! Ieri sono passato davanti al teatro, le porte sono sbarrate da grandi assi gialle e l’insegna è spenta. Ma poiché era l’imbrunire, mi sono timidamente affacciato alla prima lettera dei neon, dalla quale mi era parso udire una specie di sottilissimo rumore elettrico, come una frittura di calamari a bassa voce. Quella grande T mi ha parlato. Non ci credete, lo so, pensate che io sia un mediocre scrittore e che questa non sia una grande trovata. Ma preferirei pensaste che sono pazzo, perché io ho sentito davvero ciò che quella lettera polverosa mi ha detto…

Attenti, Fletch… non fatevi mai dire cosa fare da un consulente pubblico e dirigente privato… Perché? – ho chiesto io. Ma mentre prendeva fiato per rispondermi è passato un poliziotto che mi ha guardato storto e ho preferito tornare a casa con le mie rughe, i miei pensieri e le mie distorte idee sui consulenti pubblici e dirigenti privati californiani.

 

Fletch

Social Share Counters