Sassari City tra elogi feroci e critiche bonarie
Quando ho cominciato questa professione avevo tre punti di riferimento in altrettanti colleghi. Non so esattamente quanto giuste o sbagliate fossero le loro indicazioni, ma erano sempre sincere e mi venivano elargite per fare bene, per scrivere bene, per osservare la realtà con curiosità e raccontarla con schiettezza. Due di loro erano molto conosciuti in città: In quegli anni Lucio Masia era lo storico telecronista della Torres e Pino Careddu era il brillante evidenziatore di realtà che non sempre veniva ritenuto conveniente emergessero. Nei primi piccoli pezzi settimanali che scrivevo sulla Nuova, dividevo invece gli spazi con Vanni Rigoldi.
A casa di Vanni, dietro la sua scrivania, c’era un piccolo pezzo di legno dipinto; rappresentava un gabinetto dal quale spuntavano tre fiorellini. La scritta, in spagnolo, recitava: SIEMPRE BUSCA EL LADO BELLO DE LAS COSAS. Del resto, qualche anno fa, anche un poeta cantore ha detto, con parole sue, che i fiori nascono più facilmente dal letame che dai diamanti.
Il 21 giugno Sassari City compirà 6 mesi. Sono successe tante cose in questo mezzo 2013. E per la nostra redazione è già tempo di bilanci. Non abbiamo nessuna intenzione di interrompere la nostra navigazione (i primi pettegolezzi sottobanco che parlano di una nostra chiusura anzitempo dimostrano che qualcosa di vero lo stiamo dicendo).
Ma ci siamo accorti di una cosa: Sassari City stava prendendo una direzione pericolosa. Quella della critica per la critica, l’anima profonda dei sassaresi ai quali niente piace, niente va bene, tutto va cambiato. Per poi affermare, a lavori ultimati, che era meglio prima. Caz.
Cercheremo da oggi di evidenziare ancor di più ciò che di buono fanno i sassaresi che hanno deciso di restare e quelli che coraggiosamente sono partiti. Perché non c’è bisogno di tantissima attenzione per notare quanta voglia ci sia di agire questa città dall’interno.
Questo fine settimana, ad esempio, uno soltanto dei nostri redattori ha partecipato alla manifestazione contro ogni razzismo, trasformatasi poi in una festa in Piazza Tola, una poetica e brillante dimostrazione di macchine euristiche dentro il laboratorio atelier di Parabatula in via Usai e ancora domenica una bella ciclopedalata, una corsa a sei zampe nella pineta di Baddimanna e l’incontro con i volontari della solidarietà dentro i giardini pubblici.
I sassaresi agiscono, si muovono, seminano e raccolgono. Aiutamoci tutti a raccontare questa Sassari, anche criticamente, ma sempre cercando il lato bello delle cose, contiamo insieme quanti fiorellini ci sono dentro questo lucidissimo gabinetto colorato che è più la nostra immaginazione che l’amministrazione di una città di delusioni e speranze.
Luca Losito