Giovanni Andrea Negrotti è un nome caro a queste pagine. Qualche tempo fa lo abbiamo intervistato ed è stato al gioco, scherzando con noi sulla sua vita, sul futuro e raccontandoci, dal suo punto di vista, tanta storia recente.
In quella occasione ci siamo anche permessi di sfotterlo, bonariamente, alla pari, e ha dimostrato di cogliere l’ironia e di proseguire, caparbiamente e con onestà, sulla sua strada.
Oggi è lui, GAN, che rilancia lo sfottò, trascinandoci nell’inaugurazione di uno spazio che è più di una galleria d’arte, è una scintilla in divenire che ci ha già regalato meraviglie.
Arte, Kaos e Poesia è un contenitore, un vuoto da riempire, un’allusione da colmare nello stato di emergenza che la cultura vive quotidianamente. E di questi tempi, ammetterete, non è poco.
Nato apparentemente come scatola da riempire d’arte, siamo certi che Gan saprà trovare validi collaboratori e artisti per rendere speciale un luogo già carico di storia. La galleria, chiamiamola così, è infatti parte integrante del palazzo che ospitava il cinema Quattro Colonne, tre vetrine sul Corso Vittorio Emanuele e alcune sull’accesso all’interno della galleria che porta a piazza Mazzotti.
La sera dell’inaugurazione c’era tanto da osservare, tante belle opere esposte e tanti artisti gironzolanti. Non facciamo nomi, dimenticarne anche uno solo equivarrebbe fare torto a quell’unico innominato. Invitiamo i lettori a scoprire questo spazio di creazione magica e mistica che preannuncia scintille, sorprese e tanta creatività in movimento. Per restituire a questa città distratta momenti, opere e personaggi le cui anime vanno perpetuate. Nonostante siano sempre meno quelli che lo meriterebbero.
Conoscendo il direttore artistico non mancheranno le letture, i momenti di teatro e installazioni varie, anche di carattere estemporaneo. Gan, dobbiamo ammetterlo: ci hai sorpreso! Anche se in tempi non sospetti avevamo intuito e sorriso della tua testardaggine; e va bene, uno a uno e col fucile carico nelle tue mani; riempilo di liriche, pittura e fiori primaverili, sorprendici ancora una volta mentre benediciamo laicamente il futuro di chi ha ancora coraggio ed energie per investire nell’effimero, nella poesia, nell’arte, in una Ziddai che normalmente rinnega e vive di violenze e speranze.
Luca Losito