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E poi leggi sui giornali…

E poi leggi sui giornali: i Ranges in gambales, la Milizia rurale, la Polizia Rurale, qualche volta ma molto raramente Barracelli, e per finire i Volontari! A questo punto mi sembra doveroso fare il punto e spiegare ai cittadini ma soprattutto agli organi di stampa e a qualche amministratore regionale, comunale e agli enti statali a noi preposti (prefettura e questura) che cos’è una Compagnia Barracellare. Iniziamo con la definizione

VIVA VIVA LA TARTARUGA!

Sono lenta ma veloce, sono bassa ma cammino, sono una sempre in fuga, sono una… TARTARUGA! Chiediamo scusa ad Alessandro Carta se, citando a memoria l’incipit di una delle più divertenti canzoni dei Nasodoble, ci permettiamo di inventarcelo totalmente. Quando mi hanno riferito che stavano pitturando una tartaruga sull’ex albergo Turritania ho pensato ad una iniziativa spontanea dei soliti imbrattatori, più o meno esperti. E invece si trattava proprio di

Riprendiamoci LA FARADDA!

A seguito dei vari articoli apparsi sul quotidiano [La Nuova Sardegna, ndr], dove il tema etica e Discesa dei Candelieri rimane un argomento che fa discutere, sento il dovere di intervenire nella veste di Coordinatore delle Attività Unescane per la Comunità Festiva di Sassari, delegato dai Gremi cittadini quali soggetti firmatari insieme al Comune di Sassari  del Dossier di Candidatura, che ha portato l’ambito riconoscimento. Innanzitutto cosa significa per una

Caravaggio sgarbato…

E’ in corso a Sassari, presso la sala Duce del nostro Comune una mostra curata da quel fenomeno tanto discusso di Vittorio Sgarbi: Caravaggio e i caravaggeschi. Che dire di questa mostra, intanto va ricordato che il curatore, nota figura della televisione, diciamo, meno nobile, ha un’esperienza diretta come politico e amministratore, che l’ha portato in giro per il nostro paese. Sa, perciò, della presenza diffusa di un cospicuo numero

L’Arte Terapia di Elux

La forza dell’Universo porta con sé un’energia primordiale che irraggia sulle nostre vite, le compenetra, le istruisce, spesso le guida come una catarsi mistica verso la Conoscenza. Quando questa energia incontra l’Arte, il sodalizio, esattamente come una reazione chimica, da origine ad un precipitato, un concentrato di quelle emozioni che oscillano in perfetta sincronia con l’Universo: l’opera d’arte. I colori vibranti sulla tela che si protendono verso chi osserva dando

Viva l’Arvisionadu!

L’ARVISIONADU è un vitigno a bacca bianca autoctono dell’Isola di Sardegna. C’è chi lo tutela, lo difende, lo protegge, e cura ogni grappolo con attenzioni degne di antiche tradizioni e celebrazioni. C’è chi ne ha piantato tre ettari, per cominciare. Tommaso Sussarello dell’Associazione Stampa Agroalimentare ce lo presenta con poche e precise parole, prima di lasciar spazio alla tavola, e che a parlare siano i bicchieri. L’occasione per assaggiarlo è

Sassari tra le pieghe…

Lo abbiamo scritto tante volte, forse troppe: per capire Sassari non basta guardarla da lontano. Perdetevi tra i vicoli, entrate in un vindioru o in un circolo, di quelli avveru però; e gustate vini la cui uva ha respirato l’aria della Ziddai. Manca poco alla nostra Festha Manna, abitiamo noi stessi e proviamo a capirci, magari prima del terzo bicchiere. A ZENT’ANNI! (FOTO Bruno Idini)