Gli appuntamenti dall’1 al 10 ottobre 2014
Per segnalare un evento scrivi a: redazione@sassaricity.it ____________________________________________________________________
Per segnalare un evento scrivi a: redazione@sassaricity.it ____________________________________________________________________
Per segnalare un evento scrivi a: redazione@sassaricity.it ____________________________________________________________________
Per segnalare un evento scrivi a: redazione@sassaricity.it ____________________________________________________________________
C’è un racconto del premio Nobel Günter Grass il cui protagonista è una paglietta. Un cappello di paglia che segna le classi sociali, il passaggio di un’epoca, la differenza di genere. Il cappello sorvola la storia, saluta alcuni fatti epocali, vive il presente e accoglie la quotidianità. La paglietta viene dimenticata su una panchina, ritrovata alla stazione, saluta la partenza di un transatlantico, viene tolta per il primo bacio, indossata
Scena Prima. Interno giorno. Sassari. Scuola elementare di Via Civitavecchia. La classe ospita al suo interno una lezione. La maestra indica agli alunni una lavagna sudicia dalla base arrugginita. Le prese della luce penzolano dal muro, le pareti sporche, le finestre oscurate dalle grate. L’ambiente è oppressivo, i bambini della prima appaiono spaesati. Scena seconda. Interno giorno. Sassari. Scuola elementare di Via Civitavecchia. La classe ospita al suo interno una
Avrei preferito tacere perché in questi casi è troppo facile strumentalizzare. Ma poi, stuzzicato da un provocatore di professione, cedo volentieri e cado nella polemica sulla chiusura dell’ex questura occupata. Spero vivamente di non essere frainteso. Mettendo da parte le opinioni personali su alcuni personaggi che bazzicano intorno alla struttura, abbandonate le banalità illustrate sui social network, compresi gli entusiasmi inutili e accolte le lacrime ragionate, la città su questa
Cercare il proprio punto di vista, anche sbagliando, è sempre necessario. Sollevare lo sguardo sulla propria città per cercare nuove prospettive, anche metaforiche, è divenuto un’emergenza. Ma quanti di noi, una volta gettati gli occhi al cielo, non si lasceranno accecare dal troppo splendore del sole? O è meglio vivere di luce riflessa? (PHOTO: Bruno Idini)