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Ho una grande fortuna. Posseggo una copia del dizionario italiano-sassarese di Giosue Muzzo. Lo sfoglio ogni volta con piacere, scoprendo parole che non conoscevo e termini che, anche isolatamente, raccontano la meravigliosa cultura popolare della mia città. Attaccabrighe, manomissione, barcamenarsi, fidanzamento, pappafico… lascio al lettore la curiosità di trovare la traduzione turritana, non si tratta di mera equivalenza ma di un salto in una cultura parallela. Del resto, chi tradurrebbe
Anche quest’anno, il consueto connubio teatro/scuola ha visto il suo epilogo nella messa in scena di un testo teatrale di grande impatto. Il riadattamento del Giulio Cesare di William Shakespeare, scelto per celebrare il 450° anniversario della nascita del Bardo, frutto come ogni anno dell’esperienza del regista Sante Maurizi, coadiuvato da Daniela Cossiga, Annamaria Canneddu e Milena Tanca. Ma soprattutto – necessario raccontarlo – la duttilità e sensibilità dei ragazzi,
Antoni Canu è uno dei più autorevoli poeti catalani viventi, merita un posto d’onore persino nell’autorevole Wikipedia, recensito da alcuni dei maggiori critici internazionali. Si tratta di un ragazzino di ottantaquattro anni che sorride alla vita come se fosse la cosa più semplice e scontata possibile. Nulla risulta più chiaro del suo sguardo rivolto alle stelle, nulla emoziona più del suo pudore pronto a rinfrangersi sulle parole di uno stile
A Sassari ci sono immagini che parlano e ci sono giornate deserte anche se non è la finale dei mondiali. Ma la Ziddai continua a vivere. Dai sottopiani di viale Umberto, dove una volta c’era il conservatorio di musica, Pais ne ha fatta di strada. E le istruzioni al tamburino della banda sono solo una conferma che la città esiste. (PHOTO: Bruno Idini)
Giampiero Marras è un collega giornalista che qualche giorno fa ha scritto un racconto. E fin qui niente di strano, tanti cronisti si dilettano con la letteratura. Per provare a spiegare cosa ho provato quando ho letto il suo racconto potrei descrivere Giampiero. Potrei sottolineare la sua onestà, la sua pacatezza, la sua ironia. Questo è un racconto che non avrebbe potuto scrivere nessun altro. C’è onestà, c’è pacatezza e
A Sassari si vive all’aperto ogni giorno che fa sole, cioè 300 giorni l’anno. Si aspetta la primavera per cominciare a lamentarsi del troppo caldo. Ma c’è la possibilità di fregarsene e ripetendo la parola magica AFFUTTIDDINNI per tre volte è possibile dimorare sulle panchine di Piazza d’Italia senza essere disturbati. Picchiamo più leggermente sulla tastiera del pc mentre scriviamo queste righe. Per non disturbare. (PHOTO: Bruno Idini)
Di fronte all’ultima vergognosa esternazione bloggistica di Grillo mi sento prima di tutto sconfitto. Prima ancora di sentirmi indignato, offeso, con lo stomaco sconquassato per una simile indigestione di ignoranza avvenuta in un tempo di lettura così breve, mi sento completamente privo di difese. Sconfitto, appunto. Mi sento sconfitto perché in passato avevo promesso a me stesso di non cadere mai più nei suoi perfidi tranelli di comunicazione composti da