Accogliamo su queste pagine ancora una volta la voce dei Barracelli, che attendono da tempo risposte dalla Regione Sardegna.
Non è più possibile aspettare questo genere di comunicazioni, tanto varrebbe ammettere la volontà esplicita di ostacolare l’attività di una delle più importanti e storicamente attive realtà regionali per la difesa del territorio. Sarebbe come dichiarare di voler lasciare la nostra Isola in mano a chi la odia, piromani in prima fila.
Il penultimo tassello di questa vicenda, ormai agli sgoccioli, è la riunione svoltasi a Macomer il 23 gennaio; da allora la scadenza del 28 aprile si avvicina inesorabilmente e senza alcun segnale. La paura, tangibile, è che i prossimi segnali giungano proprio dall’orizzonte e siano di fumo; ma non conterranno messaggi amichevoli, saranno la testimonianza dei primi roghi dell’anno.
Eppure le richieste avanzate sono lecite e meriterebbero quanto meno attenzione e rispetto, e sono queste:
1) la modifica della legge 25/88 che regolamenta il servizio delle compagnie barracellari, a firma della giunta guidata da Mario Melis, e che ormai non coincide più con le esigenze del territorio regionale e dell’operatività dei barracelli;
2) L’approvazione del cosiddetto “disciplinare sull’uniforme unica”, in modo da avere un’unica divisa in ogni parte del territorio regionale, che è stato consegnato all’assessore competente, Cristiano Erriu, e già approvato nel 2015;
3) Aggiornamento del premio regionale che ogni anno viene concesso alle Compagnie Barracellari e che attualmente è ancora di 0, 40 centesimi per ogni ora di servizio.
“Mancano ormai 40 giorni – dice Gianfranco Ghiani, segretario Unione Barracelli Sardegna – e se non verranno date risposte sulle richieste fatte, tutte le compagnie barracellari sono pronte a non firmare il protocollo di collaborazione con la Regione, è a rischio la Campagna Antincendio 2016, sarebbe un danno gravissimo”.
Questa durissima presa di posizione si è resa necessaria, tra l’altro, dopo il mancato ritiro della radio “Corpo Forestale Vigilanza Ambientale” che ogni anno viene consegnata per coordinare le squadre a terra durante lo svolgimento dell’attività antincendio, con una pressoché implicita volontà di escludere i barracelli dal piano organizzativo territoriale.
“Il disagio sarà tangibile – ha concluso Ghiani – mancheranno più di 3000 uomini a lottare attivamente contro il fuoco, (sappiamo bene cosa significhi il problema degli incendi in sardegna Ndr), i piromani avranno un raggio di azione molto più ampio e potranno agire quasi indisturbati”.
Al danno si aggiunge la beffa: dagli uffici regionali preposti arrivano documenti da restituire firmati e corredati del numero di uomini idonei alla lotta attiva, come se la protesta venisse totalmente ignorata. Solo silenzio, e atti amministrativi, come non stesse accadendo niente.

Luca Losito

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