Editoriali
Il film sta per finire. C’è il buono, il brutto e il cattivo. Il brutto non sa che ha la pistola scarica. Il cattivo non sa che morirà. Il buono uccide il cattivo. E vissero tutti felici e contenti. Una pellicola di Sergio Leone, musiche di Ennio Morricone, inquadrature strettissime sugli occhi dei protagonisti, da brivido… A Sassari in consiglio comunale si è votato per il comandante della compagnia barracellare.
A Sassari nella notte si spara. Per futili motivi. Qualche giorno fa una caffetteria marocchina è stata vandalizzata. Per rubare il cancello in ferro battuto, parrebbe. Anni prima del momento in cui scrivo interpellarono il lettore di lingua e letteratura araba per comprendere le strane scritte, potenzialmente eversive, sulla facciata dell’Università. Erano i durissimi tempi dei dissidenti iraniani che scappavano per venire in Ziddai a studiare medicina. Non era farsi,
C’è un racconto del premio Nobel Günter Grass il cui protagonista è una paglietta. Un cappello di paglia che segna le classi sociali, il passaggio di un’epoca, la differenza di genere. Il cappello sorvola la storia, saluta alcuni fatti epocali, vive il presente e accoglie la quotidianità. La paglietta viene dimenticata su una panchina, ritrovata alla stazione, saluta la partenza di un transatlantico, viene tolta per il primo bacio, indossata
Avrei preferito tacere perché in questi casi è troppo facile strumentalizzare. Ma poi, stuzzicato da un provocatore di professione, cedo volentieri e cado nella polemica sulla chiusura dell’ex questura occupata. Spero vivamente di non essere frainteso. Mettendo da parte le opinioni personali su alcuni personaggi che bazzicano intorno alla struttura, abbandonate le banalità illustrate sui social network, compresi gli entusiasmi inutili e accolte le lacrime ragionate, la città su questa
Sassari si guarda intorno, Sassari ascolta, Sassari tace, a volte… Pacati apparentemente alcuni animi, l’amministrazione comunale si muove e fa. Siamo fiduciosi, dicono i più. Forse dovremmo davvero raccogliere la sensibilità di quei cittadini che ancora tengono alla Ziddai, pensare che non sia utopistico proporre un mondo nel quale sia più degno vivere e cercare, insieme, le soluzioni migliori per la collettività. Non è facile, senz’altro, richiede uno sforzo continuo.
Il titolo è fuorviante. Siamo tutt’altro che in discesa. Ma tutto è relativo: in discesa non si pedala, in discesa si va all’inferno, in salita si soffre, in salita si arriva alle stelle. E poi il termine FARADDA non potrebbe che essere positivo e meravigliosamente festoso, vivendo a Sassari. Avevamo annunciato di riprendere le pubblicazioni a tempo pieno dal primo di settembre. Abbiamo mantenuto la promessa! Del resto proveniamo dal
C’è una parte d’Italia che fa anzi MOLTO cagare, a dispetto del titolo. Ed è quella STESSA Italia di cui parlò Daniele Luttazzi facendo un complimento all’allora giornalista Marco Travaglio. Non che oggi Travaglio non sia più giornalista, ma i suoi toni si son spostati più verso l’intrattenimento che la cronaca. “Non è facile trovare uomini liberi in quest’Italia di merda” – disse Luttazzi in conclusione d’intervista. Luttazzi, poi querelato