PARTIGIANO PARMIGIANO di Michèl Merini
Entro al supermercato. Sulla porta c’è il nero che sorride e mi saluta. Io lo so, che al nero fuori dalla porta del supermercato non gliene importa niente, di salutarmi. Lo so, che il nero mi saluta solo per un tornaconto personale. Spera, il nero fuori dalla porta del supermercato, che al termine della mia spesa io gli lasci il resto. Per quello mi sorride e mi saluta. Si sta
SATIRA è l’anagramma della parola RISATA. Esatto. E questo, che si sia trattato di una coincidenza o di una forzatura linguistica voluta, è già di per sè straordinario. E’ una sorta di equazione lessicale, un esperimento riuscitissimo di equità della parola: definire il fenomeno responsabile della nostra ilarità rimescolando le lettere stesse del termine RISATA. Un capolavoro. Un sistema perfetto. Altri casi di sistemi linguisticamente perfetti si potrebbero avere se
Di fronte all’ultima vergognosa esternazione bloggistica di Grillo mi sento prima di tutto sconfitto. Prima ancora di sentirmi indignato, offeso, con lo stomaco sconquassato per una simile indigestione di ignoranza avvenuta in un tempo di lettura così breve, mi sento completamente privo di difese. Sconfitto, appunto. Mi sento sconfitto perché in passato avevo promesso a me stesso di non cadere mai più nei suoi perfidi tranelli di comunicazione composti da
E’ stato l’altro giorno. Saranno state le undici, al massimo mezzogiorno. E’ stato più o meno a quell’ora, che ho incontrato Berlinguer. Enrico Berlinguer. Stavo lì, ad abbronzarmi sotto i faretti alogeni del nuovo mercato centrale in attesa del mio turno, quando un signore dalla corporatura esile, il volto sorridente e l’aria trasognata mi ha lievemente urtato, carico di sacchetti di carta e plastica contenenti la spesa del giorno. Era