sassarInsolita di Bruno Idini
Così parrebbe, a volte. Ma Sassari è una città che dorme con un occhio aperto e l’altro pure. Ed è sempre un buon segno quando un turritano dormicchia. Tutto va bene, per ora, sembra dire. Anche se quello mi sta fotografando, lo lascio fare. Magari mi pubblicano su Sassari City. (PHOTO: Bruno Idini)
A Sassari ci sono immagini che parlano e ci sono giornate deserte anche se non è la finale dei mondiali. Ma la Ziddai continua a vivere. Dai sottopiani di viale Umberto, dove una volta c’era il conservatorio di musica, Pais ne ha fatta di strada. E le istruzioni al tamburino della banda sono solo una conferma che la città esiste. (PHOTO: Bruno Idini)
A Sassari si vive all’aperto ogni giorno che fa sole, cioè 300 giorni l’anno. Si aspetta la primavera per cominciare a lamentarsi del troppo caldo. Ma c’è la possibilità di fregarsene e ripetendo la parola magica AFFUTTIDDINNI per tre volte è possibile dimorare sulle panchine di Piazza d’Italia senza essere disturbati. Picchiamo più leggermente sulla tastiera del pc mentre scriviamo queste righe. Per non disturbare. (PHOTO: Bruno Idini)
Ci sono posti che alcuni sassaresi vorrebbero diversi. Ce ne sono altri che alcuni sassaresi provano a differenziare. E non si tratta quasi mai di rifiuti. Ma di voglia di affermare un’identità, anche nell’angolo dove fino a ieri pisciavano, oggi non ci passano, domani coloreranno. Largo Sisini e il negozio di Simone. Di fronte a sinistra una piazzetta che tutto il mondo ci invidia. (PHOTO: Bruno Idini)