Il cielo non è così azzurro a Sassari e questa primavera tarda ad arrivare. Più che altro ha il sapore di un autunno inoltrato. A dispetto delle previsioni la settantesima edizione della Cavalcata si è svolta e ha coinvolto a suo modo, come sempre. Il salotto buono di Piazza d‘Italia addobbato per le grandi occasioni ha spalancato le braccia dell’accoglienza ai numerosi turisti, ai nostalgici e ai sassaresi in trasferta. I curiosi erano per lo più stranieri, attratti dai numerosi figuranti con i costumi tradizionali di panno e broccato, di gioielli antichi, o chissà, dal profumo che più in là hanno emanato le carni rosolate deposte sulla grabiglia e supercondite, come solo gli intenditori sanno fare. Un piccolo gruppo proveniente dalla Cina ha seguito con proverbiale compostezza quasi a ricordare che la via della seta non è poi così lontana e i mezzi di diffusione in HD sono arrivati anche da queste parti. Ma non c‘è cavalcata senza la presenza di cavalli, cavalieri e amazzoni, la bellezza dei dettagli e la fierezza del portamento.
Lo stesso che probabilmente contraddistinse qualche secolo fa la visita a Sassari del re d‘Italia Umberto I e della regina Margherita, a cui i nobili sassaresi resero omaggio. Chissà se anche allora il tempo fu clemente.
Anna Satta
FOTO: Bruno Idini