C’è una parte d’Italia che fa anzi MOLTO cagare, a dispetto del titolo.
Ed è quella STESSA Italia di cui parlò Daniele Luttazzi facendo un complimento all’allora giornalista Marco Travaglio.
Non che oggi Travaglio non sia più giornalista, ma i suoi toni si son spostati più verso l’intrattenimento che la cronaca.
“Non è facile trovare uomini liberi in quest’Italia di merda” – disse Luttazzi in conclusione d’intervista.
Luttazzi, poi querelato e assolto, disse che si riferiva a un’Italia che non ci piace, inconcludente, svogliata, piagnona e mafiosa.
Quell’Italia che non vogliamo.
Difficile non scrivere della nazionale italiana di calcio oggi, anche Giuliano Ferrara ha pubblicato qualcosa di condivisibile.
La storia degli azzurri in Brasile si esaurisce nell’evidenza del non fare, motivo più di bilanci riparatori che di colpe personali.
Ma bastava osservare lo sguardo degli uruguayani a inizio partita, loro che giocavano per vincere, non per pareggiare.
Avevano voglia di aggredire, di esserci, di morsicare, pur sbagliando azioni il loro atteggiamento mentale era giusto, corretto, coerente, aggressivo, vincente.
E pur senza aver brillato e morsicato una volta di troppo, han vinto. Punto e a capo. Anzi, a casa.
Ma ci piace pensare che esista un’altra Italia. Quella del Prandelli dimissionario con le sue responsabilità.
Quella dei politici che hanno capito e vanno contro la mafia, contro gli inconcludenti, contro i pianti perché c’è la crisi.
Quella di Matteo Renzi possibilista, che incontra Grillo e che fa le riforme.
Quella di Francesco Pigliaru in regione contro le servitù militari, con l’attuazione del piano di stabilità e la difesa della continuità territoriale.
Quella del coraggio autentico del nostro nuovo sindaco, Nicola Sanna, che raccoglie dovunque consensi, che corre oltre i poteri forti.
Senza schiaffi, senza morsi, senza scuse, senza accusare l’arbitraggio.
Sassari è bella dentro, oggi più che mai.
Luca Losito