Entro al supermercato. Sulla porta c’è il nero che sorride e mi saluta.
Io lo so, che al nero fuori dalla porta del supermercato non gliene importa niente, di salutarmi.
Lo so, che il nero mi saluta solo per un tornaconto personale.
Spera, il nero fuori dalla porta del supermercato, che al termine della mia spesa io gli lasci il resto.
Per quello mi sorride e mi saluta.
Si sta lavorando il cliente, capisci?
Pensa, il nero fuori dalla porta del supermercato, “se questo me lo lavoro bene, gli sorrido e gli do anche un bel <<buongiorno>>, magari poi sarà generoso con me”.
E invece no.
Perchè io faccio la spesa, mi riempio il carrello, esco dal supermercato con il carrello pieno, vado verso la macchina e ci passo davanti, al nero, che sorride e saluta di nuovo.
E non mi chiede niente, il nero fuori dalla porta del supermercato.
Accenna.
Lancia uno sguardo, un po’ languido ma dignitoso.
E io con il carrello pieno di surgelati pane fresco twix mars bounty e cotton fioc gli dico “mi dispiace, non ho nulla”.
Ed estraggo la chiave della macchina e premo il tastino di apertura così come un cow boy soffia sulle pistole dopo aver eliminato il suo nemico in duello.
Blip.
Carico la spesa.
Salgo in macchina e accendo la radio.
E parto verso casa. Metto in salvo spesa, capra cavoli e la mia bella faccia di merda.
Perchè è quella che ci vuole.
Perchè io lo so, che al nero non gliene è mai importato niente di salutarmi.
Al nero di me e di tutti quelli della mia razza non gliene è mai importato niente.
Sarà venuto qui con qualche barcone come tutti gli altri.
E ora me lo ritrovo a farmi da usciere al supermercato.
Che se lo sapevo, che in Italia c’era tutta questa richiesta di uscieri quasi quasi mollavo il mio, di posto di lavoro e mi mettevo a farlo io, l’usciere.
-Buongiorno. E un bel sorriso. E alla fine una bella mancia dai clienti.
Bella, la vita, quando non hai un cazzo da fare.
Che il nero non è mica un turista.
Non è mica il tedesco che viene a maggio o a settembre, coi calzoncini corti, il calzino al ginocchio e il sandalo dottor Scholl ai piedi. Quello che viene qui e almeno un paio di euro per il gelato la pizza o il cappuccino li spende. Quella del tedesco è una presenza tollerata.
Il tedesco è un turista.
Mica si mette a sorridere fuori dal supermercato.
Mica ti chiede nulla.
Mica devi sfoggiare la faccia di merda, col tedesco.
Resta lì dove sta.
E tu puoi vivere tranquillo e continuare a riempirti il carrello.
Senza sensi di colpa.
Perchè il senso di colpa, una persona per bene, se lo compra al supermercato.
Michèl Merini