E’ sera inoltrata. Fisso un appuntamento con Gino Marielli, chitarrista e paroliere dei Tazenda. La location è l’anonima porzione di uno tra i tanti capannoni di Predda Niedda. Gino non pare smentire la sua fama di ritardatario incallito, per cui comincio a ricoprirmi di muffa nell’attesa. Anche il resto del gruppo lo aspetta per iniziare la prova generale, anche se nessuno pare curarsi del ritardo di oltre un’ora, che tutti definiscono diplomaticamente “accademico” (strano, io ricordavo che quello consistesse in un quarto d’ora scarso!).
Alla fine arriva lui, in compagnia della figlia Viola e della moglie Eleonora. Mi saluta velocemente.
Quindi si catapulta alla sua Fender lanciandosi in una paio di scale travolgenti per provare i microfoni e l’acustica.
Qualcosa non quadra ancora ed io approfitto dell’interruzione per iniziare la mia psuedo-intervista. Conoscendo bene la sua acuta propensione al dialogo, fisso le regole: “Ogni risposta non può superare le venti parole, intercalari inclusi”.
Gino a malincuore accetta. Ridacchio.
Così do inizio al fuoco di fila delle micro domande:
Sassari nelle canzoni dei Tazenda – In realtà siamo stranieri: Gigi è nato in Svizzera, io ad Olbia, Andrea era “sussinco di scoglio”. Abbiamo solo un inedito in sassarese sui candelieri. -
Sassari in una recente statistica è risultata la città più infelice d’Italia. Che ne pensi? – Questo stride con la cionfra sassarese, ma forse chi ha curato la statistica non è mai stato ad una ziminata.
Il rapporto dei sassaresi con i Tazenda – Possiamo considerarci a ragione profeti in patria, contrariando di fatto il famoso detto.
La Ztl - Una m….a (per i meno perspicaci, trattasi di sostanza corporea di scarto).
Il Mercato Civico - Non ci sono ancora andato, però mi piace l’idea che sia stato finalmente portato a termine e a disposizione dei sassaresi.
Predda niedda - Brutta e assassina. Viva piuttosto i negozietti sotto casa ormai estinti.
Il sogno nel cassetto - Essere felice per sempre e scoprire il vero senso della vita.
Ru sindaggu - Non mi interesso di politica (risposta diplomatica).
La cionfra - Vedi ciò che ho risposto prima a proposito della statistica sulla felicità…
Le buche delle strade di Sassari – Risarciscici i soldi degli ammortizzatori, signor sindaco (ops! Posso cambiare la risposta che ho dato prima?).
I Candelieri - A questa domanda delego alla risposta Gigi Camedda, che ha maggiori competenze di me.
Le trattorie sassaresi – Ci vado ma non mangio tutto. Ce ne fossero di più sarebbe una bella cosa.
La torrese – Da piccolo andavo a vederla…Zaccheddu, Valeri, Isepon, Marongiu, Gelli, Gavini…
Il centro storico – Bello, da bonificare per la sicurezza civico-sociale. Sarebbe meglio se ci fossero meno pericoli.
Giovani musicisti sassaresi crescono – Il Gruppo reggae degli Arawak (la figlia Viola conferma).
L’Auditorium – Mi piacerebbe suonarci.
L’ex Hotel Turritana – Da ristrutturare “pa’ fallu divintà unu loggu undi si magna e si sona”. Se non avessi fatto il musicista? – Il pubblicitario (risponde senza esitazione).
La rivalità con Cagliari – Noi Juventini la sentiamo molto!
Un duetto con? – Peter Gabriel… anzi, mi ha stufato rispondere sempre così. Posso scegliere un’alternativa? I Muse.
La solidarietà – Noi Tazenda siamo testimonial per Airc, la Associazione italiana per la ricerca sul Cancro.
Il libro – “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” di Gurdjeff.
Il film – “Matrix”.
La canzone – “Across the universe” dei Beatles.
Il gruppo – I Radiohead.
La religione – Tutte purché monoteistiche e non estremiste.
I pindacci – Non ci credo ma li evito.
Il culo (inteso come fortuna) – Esiste.
La cosa più bella di Sassari – La tranquillità.
Il poeta per eccellenza – Ginetto Ruzzetta.
Rimorsi o rimpianti? – Se fossi un camionista direi piuttosto “rimorchi”.
La chitarra preferita – Quella che mi arriva domani, ossia la AT 200 Peavey Antares. Si accorda da sola.
Piazza d’Italia o Piazza Castello? - Piazza d’Italia.
Quindi giunge il momento dell’autobiografia semiseria di Gino Marielli, rigorosamente non autorizzata. Ad entrambi in fondo piacciono le cose vietate, per cui la generiamo assieme a nostra totale insaputa.
Sono un chitarrista autore corridore poeta pseudo tuttoilresto. Vivo a Sassari con leggerezza (, però vi prego, cari vigili urbani, smettetela di farmi tutte quelle multe!). Se non vivessi a Sassari vivrei sei mesi a New York ed il resto a Katmandu. La mia età ufficiale è di 55 anni ma quella vera è di 46 (anche se per mia figlia Viola varia dai 14 ai 100). Però sento però che la mia anima ne dimostra 6000. Credo in altre forme di vita ma non insisto nel convincere nessuno, perché in fondo non ne sono sicuro. L’amicizia per me è una delle tante manifestazioni d’amore. Praticamente quando non puoi farci sesso, oppure quando si tratta di una parente, oppure se è fea o è un maschio. L’amore e una forza che tiene in piedi tutto l’universo. L’idea alla base è che anche le più piccole particelle siano unite tra loro perché si attraggono e si piacciono, proprio come avviene tra gli esseri umani. Questo concetto è comune a tutti gli insegnamento esoterici. La cosa che trovo più divertente è pensare che la vita sua una colossale presa in giro. La cosa che invece trovo più triste è la tristezza. Preferisco la stupidità intelligente all’intelligenza stupida. Il consiglio che darei a chi si troverà un giorno davanti alla mia tomba è di fare attenzione, perché io nel frattempo me ne sarò già andato lontano verso la luce…o no?
Sfruttando un ulteriore ritardo nelle prove, catturo il nuovo cantante dei Tazenda, Nicola Nite e gli estorco una frammentaria confessione. Sono Nicola, algherese di nascita e quindi verace … Ho 35 anni (ma me ne sento 6), vissuti per metà in Italia e per la rimanenza all’estero, soprattutto in Egitto a Sharm El Sheik ad esibirmi allo Smaila’s di Umberto Smaila, con il quale collaboro tuttora. In passato ho lavorato con autori come Fabio Concato, Enrico Ruggeri e Nicolò Fabi. La mia ambizione è quella di vincere Sanremo con i Tazenda, quindi vincere anche il disco d’oro per ritornare a vivere ad Alghero. Attualmente vivo a Pavia con mia moglie. Sono anche produttore ed arrangiatore di Antonio Maggio, vincitore all’ultimo Sanremo nella categoria giovani, e vincitore del disco doro. Sono un autore e compositore. Con i Tazenda conto di offrire il mio contributo alla creazione di un nuovo repertorio. I miei ricordi di Sassari risalgono a tantissimi anni fa, quando durante la stagione invernale mi ritrovai a suonare nel locale “Le iene” ironia della sorte proprio con Fabrizio Guelpa, il batterista storico dei Tazenda . Vedo Sassari sempre più bizzarra e folcloristica. Non ci vivrei. Preferisco le location più intime come ad esempio Alghero. Il mio autore musicale preferito è Lucio Dalla mentre il Frontman di riferimento rimane Freddy Mercury. Musicalmente cerco sempre di essere me stesso, anche se per questa nuova collaborazione per la prima volta dovrò adattare il mio approccio vocale ai pezzi dei Tazenda, che sono complicati e in certo senso sperimentali. La mia sfida maggiore sarà quella di cantare in sardo perché non l’ho mai fatto prima. Sono eccitato all’idea di collaborare in autunno con il grande Mogol alla creazione di un disco in italiano che avrà però accenni in lingua sarda.
E’ il turno di Gigi Camedda, lo “storico” tastierista del gruppo (spero lui non se la prenda per l’incauto aggettivo, anzi ne approfitto per confermare alle fan l’invidiabile stato di forma in cui si trova!).
Anche lui, in linea con il look del gruppo, indossa un paio di occhiali da sole con lenti rigorosamente scure. Sono nato in Svizzera ma a dispetto di ciò mi ritengo un buono. Sassari è la mia città, la mia culla. Professionalmente preferisco essere un pendolare piuttosto che vivere in continente. Penso che Sassari sia riassumibile, come disse una volta Francesco Cossiga, in una sola parola: “cionfra”, a descrivere sinteticamente il carattere sassarese simpatico e sempre ottimista. Mi dispiace molto del sondaggio recente che ha relegato Sassari come città più infelice d’Italia: la trovo una cosa penosa, anche se basata su parametri come l’incremento dei tumori, della depressione, della disoccupazione e dei suicidi. Se diventassi sindaco di Sassari sarei più vicino ai veri problemi della gente. Sono sempre vissuto al centro storico dove i problemi sono più tangibili. E’ una pena vedere come tutte le attività commerciali si siano spostate a Predda Niedda, una zona che sarebbe dovuto essere a carattere industriale, dalle strade incasinate che nemmeno il ton ton le segnala. Vuoi sapere dove suonerò dopo i Tazenda? Con i Tazenda, purtroppo. Dico questo provocatoriamente perché mi sarebbe piaciuto che fosse nato un movimento prendendo spunto da noi, che avrebbe giovato a tutti, ma invece i Tazenda sono ancora l’unico gruppo sardo conosciuto al di fuori della Sardegna. E questo non può essere considerato gratificante perché alla fine penalizza anche noi. Gino ha riservato a me la risposta sui Candelieri: credo che si tratti della cosa più bella di Sassari, il tratto distintivo per un vero sassarese, che vive visceralmente una tradizione popolare di oltre 500 anni di vita.
Andrea Deiana