Ci hanno fatto un complimento che mi gonfia d’orgoglio e rende giustizia al lavoro che Sassari City sta facendo da quando siamo nati.
Ci hanno detto che facciamo “giornalismo di recupero”. Ciò di cui non si parla, ciò che è scomodo raccontare, ciò che purtroppo non fanno più, per diverse ragioni, Sassari Sera e Il Sassarese, ciò che alcuni critici non hanno più voglia di fare, lo stiamo facendo. Così mi hanno detto più di due persone.
Mentre vago per la città gongolandomi e trastullandomi sugli allori virtuali, i colleghi di Sassari Notizie urlano nel silenzio una richiesta di aiuto e la nostra voce. E quasi nello stesso momento il mio passatempo preferito di accogliaciociò mi porta a individuare, all’interno di un’aiuola di via Roma, proprio la targhetta, spaccata, del periodico IL SASSARESE, fondato e diretto dal 1973 al 2012 da Enrico Porqueddu.
Penso allo strazio del gesto, a quel qualcuno che nella notte spacca la targhetta e poi la butta nella prima aiuola disponibile.
Rompere l’insegna rappresentativa di un giornale rappresenta un atto che va oltre il semplice danneggiamento.
Gesti del genere riportano a quando le redazioni dei giornali liberi venivano devastate, vandalizzate, incendiate.
E penso che moralmente la redazione di Sassari Notizie abbia in questi giorni ricevuto un trattamento devastante.
Ho ristrutturato la targhetta del Sassarese delle parti mancanti e l’ho incorniciata.
A giorni la riconsegnerò al suo storico direttore.
Forse è difficile prendere posizioni su vertenze che portano a questioni giudiziarie.
Ma la posizione che come direttore prendo fortemente è quella dell’indubbia stima e rispetto per i giornalisti di Sassari Notizie, ex compagni di studio al Master in Giornalismo, colleghi preparati che sanno COSA si scrive e COME si scrive. A loro la piena solidarietà della nostra redazione, sperando che nessuno di loro necessiti mai di una ristrutturazione.
Luca Losito