Giampiero Marras è un collega giornalista che qualche giorno fa ha scritto un racconto. E fin qui niente di strano, tanti cronisti si dilettano con la letteratura. Per provare a spiegare cosa ho provato quando ho letto il suo racconto potrei descrivere Giampiero.
Potrei sottolineare la sua onestà, la sua pacatezza, la sua ironia. Questo è un racconto che non avrebbe potuto scrivere nessun altro.
C’è onestà, c’è pacatezza e c’è ironia. Giampiero usa il suo nome e quello di sua moglie per dosare la giusta autobiografia da permetterci di dire: ma questo Piero, sei tu, vero? Ma la storia è universale, e tutti vorremmo avere una Raffaella al nostro fianco e dedicarle quei pensieri che l’autore del racconto le dedica con pacata e onesta ironia. La rete da tennis, poi, è metafora stessa dei traguardi della vita, in una semplicità stilistica che commuove.
Poche altre cose da aggiungere, forse bisognerebbe scrivere un racconto su Giampiero che scrive un racconto su Piero.
O forse, per poter capire di cosa stiamo parlando, basterebbe leggerlo.
Mi auguro che questo sia il primo di una serie di racconti, magari ognuno dedicato a uno sport specifico e permeato da quella dolcezza che spinge Piero verso Raffaella. Magari, i vecchi nostalgici approveranno, su formato cartaceo.
Luca Losito
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