A seguito dei vari articoli apparsi sul quotidiano [La Nuova Sardegna, ndr], dove il tema etica e Discesa dei Candelieri rimane un argomento che fa discutere, sento il dovere di intervenire nella veste di Coordinatore delle Attività Unescane per la Comunità Festiva di Sassari, delegato dai Gremi cittadini quali soggetti firmatari insieme al Comune di Sassari del Dossier di Candidatura, che ha portato l’ambito riconoscimento.
Innanzitutto cosa significa per una città come Sassari vedere che la propria festa sia inserita nella lista immateriale quale patrimonio dell’Umanità?
I Rappresentanti Unescani riuniti a “Baku”, hanno deciso che la Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane, (dove troviamo anche la Discesa dei Candelieri), deve essere decretata di “Eccezionale Valore Universale”.
Per Sassari e la sua comunità al quale il bene è affidato, l’inserimento nella lista del Patrimonio dell’Umanità deve essere motivo di grande orgoglio. Entrare a far parte della Lista costituisce un riconoscimento a livello globale dello straordinario valore culturale della festa e del luogo candidato che deve essere conservato e trasmesso alle generazioni future. L’afflusso eccezionale dei turisti quest’anno, è dato nell’individuare la Discesa dei Candelieri appartenenti al patrimonio UNESCO, che è un marchio di sicura qualità ed attrattiva.
Questo comporta allo stesso tempo una grande responsabilità, perché quei valori in base ai quali la festa è stata riconosciuta devono essere tutelati e mantenuti nel corso del tempo, in una dimensione “dinamica” che richiede spesso difficili equilibri tra esigenze di tutela e valorizzazione.
Il riconoscimento ottenuto è frutto di oltre 10 anni di duro lavoro, svolto con discrezione dai Gremi e dall’ultima Amministrazione Comunale. Il sentimento di legittimo orgoglio va vissuto con la consapevolezza di un’accresciuta responsabilità che richiede un rinnovato e fattivo impegno di tutta la cittadinanza. Un prestigioso riconoscimento cui devono però far fronte un elevato senso civico ed un grande senso di responsabilità comune, a prescindere dai ruoli ricoperti, dagli Status, dai colori politici.
I benefici per la città arriveranno se TUTTI abbiamo la capacità di voler intraprendere un nuovo percorso che, con il piano di salvaguardia, porterà frutti al territorio. Basti pensare alla città di Firenze (con i viali del centro storico) che dal 1982 ad oggi è riuscita a creare all’interno della Direzione dell’Assessorato alla Cultura un apposita struttura, l’Ufficio Unesco del Comune di Firenze, che ha prontamente redatto ed implementato il Piano di Gestione.
Mi chiedo? Dove sta la festa se già nelle ore del primo pomeriggio, vediamo i nostri giovani, anche minorenni, devastati dai fumi dell’alcool ? Come si può far festa quando quando si vede insultare la più alta carica cittadina, per giunta scortata dalle forze dell’ordine per paure di aggressioni? Questo non è – come qualcuno ha detto – il corollario di una festa di popolo. Vogliamo invece dire basta a tutto questo, per riappropriarsi dei valori genuini e tradizionali della Festa. Vogliamo sensibilizzare i giovani ad avvicinarsi alla vita dei Gremi, un percorso che dura 365 giorni all’anno. Una vita di sacrifici con tempo rubato agli affetti familiari ed al lavoro, per far si che Sassari, meriti e mantenga il riconoscimento ottenuto.
Durante il percorso si rischia di negare la possibilità ai cittadini, turisti, malati ed anziani di assistere alla “Processione dei Candelieri” in tutta tranquillità, rompendo una tradizione secolare. E’ una questione di rispetto che manca nei confronti della città.
L’affetto incondizionato dei cittadini verso la Festa non può e non deve degenerare in azioni che nulla hanno a che vedere con la Faradda. Lo scioglimento ed il rinnovo dell’antico voto all’interno della chiesa di S.Maria, con l’augurio a zent’anni, che a fine Discesa ci scambiamo, è un atto celebrativo comunitario, momento essenziale che, attraverso i secoli rivela una cultura di fede.
Con lo stesso agurio, è doveroso chiedere maggior comprensione, educazione da parte della cittadinanza verso la Festa per eccellenza, facendo valere il senso religioso innanzitutto attraverso il rispetto delle regole.
Raimondo Rizzu