Sono riuscito ad assistere, di nascosto, ad un incontro privato tra due personaggi che ultimamente hanno fatto molto parlare di sé, in base a fatti di cronaca pressoché inutili ma agevoli per facili strumentalizzazioni. Purtroppo non posso dire, per questioni di privacy, se questo colloquio è avvenuto nella celletta del francescano o nel talamo nuziale della dirigente scolastica. Inoltre la mia memoria non è più quella di una volta e non avevo con me né un registratore né una videocamera. Pertanto cercherò di attenermi, nella più assoluta verità, agli unici stralci che mi restano in mente.
Le rispettive sigle potrebbero ricordare la Pubblica Amministrazione e la Polizia Municipale, oppure la targa di PALERMO contro un PUBBLICO MINISTERO. In ogni caso… eccovi in esclusiva per Sassari City, ciò che si sono detti Paolo Atzei e Patrizia Mercuri e, vi giuro, è tutto vero! Io ero una mosca appesa al muro.
PM – Padre Atzei, lei crede in Dio?
PA – Domanda tendenziosa. E lei?
PM – Non risponda ad una domanda con un’altra, risponda a me!
PA – Perché s’incazza?
PM – Non sono incazzata, risponda e moderi i termini.
PA – Quali termini, non posso dire incazzato, incazzoso, cazzo?
PM – Diciamo che non me li aspetto da un sacerdote.
PA – La vita è molto più volgare di qualche parolaccia motivata.
PM – Però non mi ha risposto.
PA – E va bene, diciamo che credere è una parola molto abusata. Tra me e Dio c’è una stima reciproca.
PM – Perché mi telefona così poco?
PA – Ma che cos’è questo, un interrogatorio o una confessione?
PM – La prego, dialoghiamo di più, ce lo chiede la città.
PA – Il fatto è che io mi sono innamorato di lei e la desidero continuamente, pertanto cerco di apparire distaccato.
PM – Ma perché non me l’ha detto subito? Anche io provo molta attrazione fisica per gli abiti religiosi!
PA – Quando si dice IL FASCINO DELLA DIVISA…
PM – Padre, si spreti, torni a me come un uomo libero…
PA – Ho compiuto già 43 anni, questo vorrà pur dire qualcosa.
PM – E va bene, allora amiamoci platonicamente e venga pure a San Donato a dire tutto ciò che vuole.
PA – Pace fatta?
PM – Pace fatta, mi dia un bacio… (SI BACIANO, è un bacio profondo, carnale, passionale)
PA – Cosa pensa della contraccezione?
PM – Tutto ciò che preferisce!
PA – Lasciate che i bambini vengano a me…
PM – Esatto. Ma non intendevo questo!
PA – Non mi provochi, sono un uomo di fede!
PM – Scappiamo via insieme!
PA – Non posso!
PM – Osa!
PA – Come si permette di darmi del tu!
PM – Lasciati andare!
PA – Mollami!
PM – Dai!
PA – No!
PM – Retrogrado!
PA – Vecchia retromarcia!
PM – Impotente!
PA – Inospitale!
PM – Ospedale!
(SI GUARDANO IN CAGNESCO PER UN ANNO INTERO)
PA – Facciamo pace?
PM – Ma sì… fumiamoci questo  calumet.
PA – A me sembra uno spinello enorme.
PM – Questa è una scuola multietnica…
PA – Vuol dire che questa roba ve la passano i vostri alunni?
PA – (ride) Mi sa di sì.
PM – Paul… posso darti del tu?
PA – No.
PM – Posso chiamarti Mario?
PA – No.
PM – Virgilio…?
PA – Mmmhhh…

BUIO. SIPARIO.

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