Sabato scorso un marziano è sceso con la sua aeronave sulla costa di Stintino, vicino alla spiaggia della Pelosetta. Un paio d’ore più tardi si è spostato verso Sassari e Alghero. Per poi andare in direzione di Olbia e Nuoro. E solo alla fine del tour – brevissimo, per lui abituato a distanze siderali – cambiare completamente itinerario puntando su Oristano, Cagliari, Quartu.
Cercherò di mantenere, scrivendo queste note, la calma che ho interamente perduta all’annuncio dell’incredibile evento. E di reprimere l’ansia che subito mi ha spinto nelle strade, per mescolarmi alla folla. Devo dire che la gioia, la curiosità è mista in tutti a una speranza che poteva sembrare assurda ieri e che di momento in momento si va invece facendo più viva. La speranza «che tutto cambierà». C’è gente ondeggiante: aspetta, canta, grida, improvvisa danze. Ho visto i primi ubriachi. Altri in preda a una specie di esaltazione. Altri ancora come in trance. l tetti degli autobus (fermi questi lungo le vie urbane come rompi ghiaccio bloccate d’inverno in un mare glaciale) brulicano di giovani e non più giovani che urlano agitando grandi bandiere sporche. I negozi hanno abbassato le saracinesche. Tutti sono corsi a vedere l’ufo, come successe negli anni Settanta del secolo scorso a Pula. E del resto ne vale la pena: il disco è di enormi dimensioni, giallo e lucente come un sole. E il fruscio indimenticabile, il fruscio di un foulard di seta, al momento di calarsi al suolo: e il silenzio che ha seguito quel momento!
In quell’attimo abbiamo trattenuto il fiato, con prospettive imperscrutabili, così a pochi giorni dalle elezioni europee e delle amministrative dell’8-9 giugno. Forse ogni cosa sarà rimessa in discussione: la religione e le leggi, l’arte, la pace e la guerra. La nostra vita stessa, tutto ci apparirà tra qualche tempo illogico e povero. Se il solitario viaggiatore sceso dall’aeronave è veramente – e oramai, dopo il comunicato ufficiale, sarebbe sciocco dubitarne – l’ambasciatore di un altro pianeta dove tutto si conosce del nostro, questo è il segno che altrove «le cose sono più semplici».
Il fatto che l’alieno sia venuto solo dimostra che possiede mezzi a noi sconosciuti per difendersi; e argomenti tali da mutare radicalmente il nostro sistema esistenziale e la nostra concezione del mondo. Chi l’ha visto e sentito sostiene che abbia parlato in tutte le varianti del sardo, limba di mesania esclusa. Due anziane donne sono svenute quando è passato. Nessuno ha osato avvicinarglisi troppo. Solo un bambino è corso verso di lui. La scena ha strappato lacrime ai presenti. ll marziano ha parlato al piccolo, dolcemente, accarezzandolo. Nient’altro. L’alieno sorrideva, ma appariva un tantinello stanco prima di essere ricevuto, di notte, in importanti palazzi del potere e poi richiesto di un incontro dai capi di alcuni clan organizzati. C’è chi assicura di avere sentito questi leader promettere servizi per il futuro all’ospite inatteso e alla sua gente in cambio di un sostegno nelle più grandi città della Sardegna alle Comunali e di un forte appoggio in favore della prosecuzione dei conflitti già in atto alle Europee.
Il guidatore dell’ufo, però, non ha risposto. Si è limitato ad ascoltare mentre sul posto si precipitavano altri commedianti dell’autonomia a singhiozzo: dall’ormai “fatto nostro” agente sul Pianeta rosso sollecitavano la chance di mantenere in attività le fabbriche di armi, i poligoni, le basi militari. E questo mentre altri, poco dopo, hanno preso a raccontargli le imprese del governo italiano presieduto da Giorgia Meloni, la donna che volle farsi regina con un super premierato tra riarmi, escalation belliche, incubi nucleari. Per proseguire con la denuncia d’ingiustizie, vessazioni, soprusi, pericoli, malversazioni e corruzioni, ruberie e furberie, fatti e misfatti.
E poi, ancora, tutti a parlargli degli ultimi gossip sui casi di neraccia giudiziaria.
E di quelli che la tv… di quelli che il web… di quelli che te la do io la differenziata differenziale… di quelli che c’è un aggredito e c’è un aggressore… di quelli che te lo spiego io, dopo. Come costruire trasporti funzionali, aeroporti moderni in linea con il mercato, porti efficienti e traversate non deficienti. Come trasformare un’isola in un divertimentificio. Come includere senza escludere, come fare squadra, come riportare a sintesi. Dei modi per aiutare ragazze/i/* a trovare lavoro. Delle opportunità per superare lo scontro fra generazioni. Delle “mode canore” in vista di Sanremo secondo i vecchi o dei brani al top secondo i millennial: ohh yeahhh. E dell’esplicitazione dell’ovvio, di quanto l’asterisco alla fine delle parole sia importante nella galassia per evitare discriminazioni linguistiche di genere… di millanterie non identificate… del perché la fava e la rava unite possono fare la rivoluzione. Insomma: bla bla bla qualsiasi purché estenuanti,
la qualunque dispiegata come falange macedone.
A ogni modo, il marziano non si è scomposto. Ha ascoltato tutto in silenzio, a volte annuendo e altre no. Un minuti più tardi è risalito sull’astronave con passo lento. Poi è ripartito: un lampo, velocità della luce. Da allora si sono levati in volo parecchi droni e diversi caccia per tentare d’individuare almeno la scia dell’ufo. Con scarso successo: nessuna traccia. Verso l’universo e oltre l’alieno non ha lasciato segni tangibili della sua presenza: solo un luccichio negli occhi del piccolino riuscito ad avvicinarsi fino a lui e un sorriso un po’ amaro sul volto di qualche altro bambino che non ha nemmeno potuto parlargli.
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(con un immancabile grazie a Ennio Flaiano)
Pier Giorgio Pinna