I cinesi hanno inventato un pianoforte che suona da solo.
Composizioni impossibili, strutture melodiche irrealizzabili da qualunque essere umano vengono eseguite con maestrìa e velocità inimmaginabili. Ma a questa macchina perfetta manca una cosa, una sola: il lato umano, l’anima, il colore, la passione, tutto ciò che fa la differenza – anche eseguendo lo stesso spartito – tra un pianista e un altro. Anche tra un’esecuzione e un’altra dello stesso maestro.
Questa è l’unica accusa a un testo perfetto, scritto da Eduardo nel 1922, commedia divertente a lieto fine a tratti davvero esilarante, portata in scena dall’associazione culturale “La Pirandelliana” in principio del Circuito Teatrale Regionale al Teatro Comunale. La trama di “Uomo e Galantuomo” vede una scalcagnata compagnia teatrale sempre affamata inventarsi il presente, ospiti di una pressoché rinomata località turistica balneare. Si tratta proprio di una lotta costante per la sopravvivenza, condita da tanti conflitti cari al teatro di Eduardo, tra metateatro, farsa, dramma e follia.
Si ride, si apprezza, ma non ci si entusiasma più di tanto. Poco meno di una combriccola di collaudati cabarettisti.
In certi momenti è palese che alcuni attori impercettibilmente reagiscano al mancato applauso a scena aperta, alla risata mancata, al tempo ritmico perso, perché dal pubblico nessuno ha reagito in alcun modo. Perché niente è arrivato in platea.
Per la verità Gianfelice Imparato riesce, dall’alto della sua esperienza, a tirar su la scena, a volte con successo, altre volte di maniera, e tutto scivola via senza troppi intoppi. C’è spazio, grazie a lui, per altre sincere risate.
Ma gli attori in scena sono solo i perfetti esecutori di uno spartito, e a niente servono gli accenni, i lazzi, gli ammiccamenti ad un pubblico più rilassato che divertito. Come un perfetto pianoforte ma senza il pianista.
Primo atto 6+. Voto finale: un 6 pieno, scritto a penna, meritato. Ma niente di più.
Luca Losito