Sono lenta ma veloce, sono bassa ma cammino, sono una sempre in fuga, sono una… TARTARUGA!
Chiediamo scusa ad Alessandro Carta se, citando a memoria l’incipit di una delle più divertenti canzoni dei Nasodoble, ci permettiamo di inventarcelo totalmente.
Quando mi hanno riferito che stavano pitturando una tartaruga sull’ex albergo Turritania ho pensato ad una iniziativa spontanea dei soliti imbrattatori, più o meno esperti.
E invece si trattava proprio di Ericailcane, qualcuno che secondo l’Istituto di Cultura Italiana di Chicago, “appartiene a quella generazione europea di nuovi artisti di strada che hanno rivoluzionato il modo di concepire lo spazio pubblico”.
Ma soprattutto ci hanno fatto sorridere, durante l’ultima riunione di redazione, le voci di chi affermava che la tartaruga avrebbe giusto fatto pubblicità al noto bazar torresino di corso Vico, che porta il nome del proprietario – Tartaruga – appunto.
Da quel momento IL DELIRIO. L’opera è brutta, è una caggadda, ma meglio di quello che c’era sotto, e non era meglio un pabarrottu di vigna, un manifesto con i candelieri, che poi che cos’è l’arte, non chistha caggadda, chi è questo Eric Ilchein, lu gani si lu magna seccu, SgeSuìSciarlì! SgeSuìSciarlì! – urlavano tutti senza capire.
Per un mese abbiam deciso di non parlarne, c’è stata una discussa Faradda e i soliti commenti per i fischi al Sindaco; più opinioni che frusci, in verità.
Ora non entriamo nel merito di una scelta nè amministrativa nè artistica, mirini puntati su un edificio tutelato e uno spazio che forse va ripensato. Ma che ne facciamo ora di questa tartaruga?

Luca Losito

 

 

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